Bastano dei " palloncini " per tornare bambini
Non voglio raccontarti subito del palloncino nella foto, ma prima di iniziare a farlo desidero condividerti un mio personale punto di vista sugli eterni bambini e il loro grande dono.
Sono sempre stato dell’idea e della ferma convinzione del fatto che in ognuno di noi, indifferentemente dalla nostra età o sesso, dimori un bambino interiore che a differenza di ciò che accade all’esterno e dal tempo, non smette per tutta la vita di comportarsi come tale.
Non sò se mi spiego bene ma per intenderci, avete mai fatto caso a quelle persone che mantengono indistintamente dalla loro età anagrafica, un animo giocherellone, attivo e sorridente a tal punto da divenire persin contagiosi? Ecco, io sono sicuro che in loro questo animo giocoso e energico derivi da quel loro mini inquilino che vive dentro di loro.
Gli eterni giocherelloni
Nella mia vita ho avuto la fortuna di incontrare molte persone con questa bellissima dote: In particolar modo mi ricordo di quando ero bambino nei miei pomeriggi di gioco sotto al sole d’estate, di quei vecchietti che invece di sgridarci perchè giocavamo a pallone in mezzo alle auto, inizialmente si calavano nella parte degli pseudo allenatori da sopra un muretto mentre fumavano la loro sigaretta, per poi cedere alla tentazione di lanciarsi in mezzo a noi per farci “vedere” a loro modo come quel gesto andava fatto.
Il risultato era un mix perfetto tra l’esilarante e il tenero: spesso e volentieri tra una lisciata di palla o qualche movimento goffo dovuto dal corpo che non assecondava più a modo il volere di quella mente bambina, si finiva per giocare a pallone con il vecchietto in mezzo a noi che invece di correre urlava da in mezzo al parcheggio felice come uno di noi!
E a racchiudere in una cornice magica questo momento di gioco, arrivava immancabilmente l’arrivo della moglie con la sgridata al seguito che qui preferisco non ripetere ma che ti lascio immaginare.
Lui bofonchiava la sua risposta in dialetto sottovoce, recuperava il suo capello poggiato sul muretto e poi dopo aver celato la sua felicità per quel momento di infanzia rivissuto in un “mi raccomando adesso… fate come vi ho detto!” , ritornava affannato e felice ad affrontare il suo destino travestito da moglie.
I palloncini e le feste di paese
Un altro bellissimo portale per permettere al bambino interiore di queste bellissime persone di uscire allo scoperto erano le feste di paese;
Non sò se definirla una dote o una patologia in effetti ma… ho sempre avuto fin da bambino e oggi più che mai, la necessità di OSSERVARE i minimi dettagli nelle cose che vivo quando esse catturano la mia attenzione.
Non sò se anche tu che stai leggendo comprenda a cosa mi riferisco:
Hai presente quando ti trovi in un luogo o contesto che cattura la tua attenzione e il tuo cervello tramite i sensi memorizza qualsiasi cosa ?
Immagini, odori, suoni, ogni cosa: e poi ti e’ mai capitato a distanza di decenni nel momento in cui rivivi qualcosa di simile a quei momenti, di sentire un tonfo nello stomaco e in un nanosecondo la tua mente VOLA nel tempo a farti rivivere quell’episodio nel minimo dettaglio ?
Ecco! Io sono certo che quello sia quel bambino interiore che salta fuori per dire: “IO C’ERO!”
Ricordo perfettamente le feste di paese e come questi personaggi magici si smascherassero davanti ai palloncini o alle bancarelle dei giochi:
Con un corpo apparentemente da nonni, tenendo per mano i propri nipoti per farli galleggiare in mezzo alla fiumana di persone che attraversava vie e piazze del paese in un corridoio di bancarelle, sceglievano con cura i negozi di giochi per poter comprare per i nipotini pistole con proiettili a ventosa, macchine che sbattevano in ogni spigolo di casa con sirene a squarciagola oppure palloncini colorati e di qualsiasi forma gonfiati ad elio che spesso e volentieri portavano LORO al posto dei nipoti.
E io ti chiedo caro amico lettore: Hai mai fatto caso agli occhi felici dei nonni quando facevano queste cose o incontravano gli sguardi felici dei nipotini ? Bene… avevano e hanno tutti la stessa espressione, quella di BAMBINI FELICI.
Il mondo dei colori e palloncini
Ma veniamo ai giorni d’oggi e chiudiamo per un attimo il cassetto dei ricordi del passato.
Nei giorni scorsi son passato a trovare una carissima amica nella sua struttura di parco giochi e tra una chiacchiera e l’altra adoro sempre vivere un pochino quel luogo pieno di colori e profumi. Non posso negare che ogni qualvolta mi ci trovi il mio bambino interiore fa’ una gran festa.
Palloncini, scivoli, palline, disegni, matite, sedie colorate, tappeti elastici, profumo di zucchero filato e cibo risuonano ogni volta per me, come un vasetto di miele per un orso che non mangia da una settimana!
Seppur una parte di me fosse presente e attenta al lavoro e alle necessità di ascoltare Daniela nelle sue domande alle quali spesso si rispondeva da sola, un altra parte di me era totalmente calamitata da tutto cio’ che accadeva intorno:
- Genitori che arrivavano con bambini vestiti con i loro costumi preferiti ( Principesse simili a mini bomboniere, Minnie e Topolini, Spiderman con le scarpe da ginnastica e Capitan America muscolosi in versione mini nano sorridente
- Mamme composte che salutavano in modo educato mentre i piccoli furetti 5 passi dopo l’ingresso, mollavano le mani che fino ad allora erano fonte di sicurezza per correre sorridendo verso giochi e colori.
- L’animazione che indossava ali piene di piume e cerchietti argentati da angioletti vestiti di nero.
- E …. lei…. una vecchietta con il suo cappottino nero, capelli color argento e la sua mascherina dietro la quale pero’ non ho potuto fare a meno di riconoscere qualcuno.
La vecchietta e il salto nel tempo
“Costa che ne dici se rimani a vedere la festa? se vuoi sei benvenuto “
Non so se hai presente il film ” inside out “ ( clicca sul titolo per vedere il trailer del fil e vedrai che lo riconosci sicuro)
Da dentro lo stomaco:
Boom !!! Bang !!! Yeah !! Siiiii !!! Toglimi le scarpe e fammi andare sugli scivoli !!! Sei vecchio dentro !!! C’e’ La GABBIA DEL CALCETTO !!! I palloncini !!! O MIO DIO … Slegamiiiiiiiiiiiiiiiiiii !!!
Dal cervello a Daniela: Ma si dai, resto qualche minuto a dare un occhiata.
E cosi mentre ci accingiamo in modo compassato a vedere i bambini giocare, la mia parte bambina si attiva e inizia a memorizzare TUTTO! : movimenti, volti, suoni, odori e nel mentre la scansione prosegue, la mia attenzione và tutta in una frazione di secondo su di Lei.
Tempo ZERO un salto nel tempo e sia mente che stomaco rivivono la stessa emozione all’unisono:
Seduta a gambe unite, il cappotto chiuso e la borsa sulle ginocchia tenuta da entrambe le mani e quella postura composta di altri tempi di chi e’ stato educato a stare sempre al suo posto e a non comportarsi mai in modo inappropriato.
Nonna Antonietta (la chiamerò cosi) era seduta li da sola, l’unica di una fila di sedie bianche vuote e seppur apparentemente inerme, da sotto la sua mascherina sbirciava ogni singolo movimento di tutti i bambini intorno a lei.
Sento la necessità di andare a parlarle ma non vorrei sembrare fuoriluogo, ed è allora che invento una scusa con Daniela dicendole “adesso vado a fare due chiacchiere anche con la vecchietta cosi la rimorchio”
Al ” Vai vai, vedrai che ti chiede subito A CHI RIMANI FIGLIO ?” ricevo la risposta che volevo e mi aziono per ciò che avevo già deciso di fare: un salto nel tempo.
Lo scambio di regali
Avevo già visto l’animatrice alle prese con i palloncini modellabili.
Daltronde come non osservare le espressioni dei bambini nel vedere nascere dal nulla spade e cuori! A volte basta un pò d’aria e un pezzetto di gomma per rendere felice un bambino e la sua fantasia.
Ed è proprio in quel momento che decido di attuare la mia idea: chiedo a Eleonora (altro nome di fantasia) se posso rubarle 2 palloncini e lei, dopo un attimo di titubanza acconsente e mi permette di sedermi da un lato vicino a lei.
Seppur non sia una cima nei palloncini modellabili, 2/3 sagome simili a fiori e animali ho imparato a farle da Youtube, peranto per Antonella decido di creare uno dei miei cavalli di battaglia; Il fiore a braccialetto !
Mentre creo con la massima attenzione la mia opera, e con la lingua rigorosamente fuori per aumentare la concentrazione, i bambini attorno sono combattuti tra la mia creazione e quella di Eleonora… ma non sanno che quello e’ il mio lavoro per uno scambio di regali.
Non appena finito, mi avvicino a nonna Antonietta e la saluto…. il nulla per risposta…. BUONGIORNO !!!! ed ecco che come per magia ricevo il mio regalo!
Quegli occhi grigi: UGUALI in tutte le nonne! Piccoli ma vispi, si accendono e mi guardano come chi ben conoscevo faceva.
“Io ti conosco! Assomigli a mio cognato!” esordisce Antonietta
“ma và ? pensa che fortuna! Come stai ? “
“Bene bene! Io so tosta sà ? Sò del ’33 e eravamo 9 sorelle ! Siamo rimaste 3 e le altre sei sò annate a coglie la lattuga in paradiso ahahahahha !!! Io invece no! Vado pure a fa’ ginnastica 2 vote a settimana Sà !!!
E mentre parla quegli occhi da sonnacchiosi diventano VIVI e vispi come non mai.
” Ti volevo fare un regalo Antonietta, posso ? “
” Ma a me ? Sicuro? “
” Certo! Solo per te!”
“Allora và Beh !”
Nel mentre inizio a creare i miei petali le faccio reggere un palloncino e non posso non notare un altro segno: Le mani. Le mani di chi ha lavorato per decenni e che il tempo ha piegato e reso tozze e nodose. Mani pulite e profumate ma che sanno di vita vissuta e storia.
Mentre creo la mia opera astratta, con le code degli occhi rubo ogni singolo movimento di chi inconsapevolmente mi stà regalando un salto nel tempo bellissimo.
Il mio fiore e’ quasi finito e Lei senza che io le chieda nulla. scosta la manica del cappotto (guarda la foto) per fare spazio al suo regalo:
Ed e’ in quel gesto che riconosco la piccola bambina che c’e’ in lei. La bambina che aspetta il suo regalo !
Unisco entrambi i palloncini e il fiore è pronto: non devo dirle nulla.. di sua volontà mi porge il polso e non appena gli infilo il mio dono, lei si illumina da sotto la mascherina e alza il braccio sventolandolo per aria.
Infine avviene il gesto che non ti aspetti: Toglie la mascherina e mi regala un sorriso!
I regali che non ti aspetti
Saluto Antonietta e torno da Daniela felice come un bambino che mi accoglie con un un sorriso, mentre con la coda dell’occhio la vedo che gioca con il suo palloncino.
Seppur da sola nella sua sedia bianca, adesso ho come l’impressione che si senta parte di quella festa e parte di quei bambini.
Rimango ancora un pò e dopo qualche chiacchiera, ringrazio Daniela e prendo la via dell’uscita per tornare a casa.
Ma prima voglio salutare un ultima volta Nonna Antonietta:
Rientro dentro e non la trovo più al suo posto: si era spostata di sedia andandosi a sedere in mezzo alle altre persone sfoggiando il suo braccialetto seppur mantenendo la sua posa compassata e educata.
Mentre sono a metà stanza urlo: “CIAO ANTONIETTA!” e Lei non appena mi vede, riaccende gli occhi e alza entrambe le mani sventolando un ciao bellissimo !
Se questo racconto ti è piaciuto sentiti liber* di commentarlo o condividerlo.
Grazie per averlo letto.